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Centaury: dalla debolezza al servizio attivo

 
 
?Per le persone buone, tranquille, gentili, estremamente ansiose di servire gli altri. Chiedono troppo alle loro energie, quindi si affaticano facilmente. Il loro desiderio di aiutare il prossimo è così forte che tendono a diventare più dei servi che degli aiutanti generosi. Il loro buon cuore li porta a fare più di quello che dovrebbero e, in questo modo, trascurano quella che è la loro particolare missione nella vita.?
 
Queste sono le parole con le quali il Dottor Bach ci presenta Centaury, uno dei Dodici Guaritori, i primi fiori da lui individuati come rimedi all?inizio del ventesimo secolo. Fu classificato da egli stesso come fiore utile alle persone ?troppo sensibili alle influenze esterne?.
 
Corrisponde ad un tipo di persona molto mite, di indole buona, sincera, onesta e disponibile. Questa persona ha un forte senso del servizio nei confronti degli altri e del mondo. Pensa che rendersi utile, soccorrere il prossimo, sia il vero scopo dell?esistenza. Si identifica con la propria capacità di fare qualcosa per chi gli sta vicino, sia in famiglia, sia al lavoro. Quando però non riesce ad essere equilibrata, la fatica di definire chiaramente i suoi confini prende il sopravvento. Le diventa difficile dire di no. Lavora instancabilmente, e fa tutto quello che le viene richiesto. Arriva a svolgere anche le mansioni che spetterebbero ad altri.
Pensa che se dirà di no perderà l?amore. Perché in effetti ha un grande bisogno di amore e pensa che se ?farà la  brava? gli altri la ameranno di più.
 
In fondo, un tratto della sua personalità è rimasta infantile, fanciullesca, pensa di dover sottostare alla maggior autorità di chi la circonda. Non si riconosce pari dignità, quindi trova problematico affermarsi.
 
Centaury sostiene chi ha la tendenza a perdere di vista il proprio confine, il confine fra dare una mano agli altri e mettersi completamente al loro servizio. Bach ad un certo punto definisce Centaury addirittura  ?lo zerbino?.
 
Così questo rimedio è utile a chi è vittima di personalità più forti che esercitano su di lui un potere anche crudele.
Il fiore può aiutare quando non si riesce a dire basta. Può sostenere chi si rende conto di essere schiavo di una dipendenza affettiva ed è frustrato perché vorrebbe opporsi e non ne è capace.
Chi fa troppo per gli altri finisce per esaurire le proprie energie e per accusare una grande debolezza fisica: si arriva quindi da una debolezza nell?autoaffermazione ad una debolezza fisica. E il rimedio Centaury dà buoni risultati come sostegno in tutti gli stati astenici e nelle convalescenze.


Parliamo ora brevemente della pianticella e di come possiamo leggere su di essa le caratteristiche descritte finora. Il suo nome è Centaurium umbellatum erythraea o Centaurea minore.
Si tratta di una pianticella molto piccola che cresce nei prati, fra erbe più alte oppure sui sentieri. Rischia di essere calpestata perché, essendo biennale, per tutto il primo anno non produce i fiori che la renderebbero più visibile e riconoscibile. Centaury viene messa in ombra da piante più grandi, e già l?appellativo ?minore? ci  parla di sottomissione, per l?appunto di qualcono che ?può essere calpestato?.
 
Nel primo anno il piccolo seme germoglia e dà origine ad  una radice forte, lunga fino a 25 centimetri: la persona di questo tipo è ben radicata, a suo agio nel mondo materiale, sa muoversi e svolgere i propri compiti nel mondo.
In seguito spunta una corona di foglie, disposte circolarmente a delimitare uno spazio a contatto col terreno. In questo modo la pianta crea un confine utile alla propria sopravvivenza. Anche la pianta ha la necessità di trovare un confine ed uno spazio personali senza lasciarsi invadere.
 
Nel secondo anno poi spunta un unico stelo che si erge dritto, piccolo ma dritto.
E qui vediamo la forza di volontà che va contattata ed esercitata con pazienza e con costanza. Ci vuole del tempo prima che il fiore sbocci, perché la crescita vera e propria parte solo nella seconda primavera, ma alla fine lo stelo si erge e porta il bel ombrellino di fiori.
 
Nel fiore possiamo leggere l?aiuto del rimedio a riconoscere la propria individualità. I fiori di questa pianta infatti fanno parte di una comunità,  ma si muovono indipendentemente gli uni dagli altri. Ciascuno si apre e si richiude secondo tempi propri. Il colore è molto particolare, un bel rosa caldo, con pistilli gialli che illuminano il centro: un richiamo a cercare dentro di sé la luce del proprio valore. Quando i fiori si schiudono, si aprono completamente, si spalancano, si scoprono, sembrano dire: ?sono contento di me stesso, guardatemi pure?.
 
Con il rimedio Centaury possiamo sostenere quei bambini che legano il senso del proprio valore all?approvazione degli altri. Sono bravi, obbedienti, ordinati e molto sensibili a lodi e rimproveri. Bisogna stare attenti quindi a dimostrare loro affetto al di là di quello che fanno e dei risultati che ottengono. Bisognerebbe riuscire a far loro capire che li amiamo per quello che sono, non perché sono bravi e rispondono alle aspettative dei grandi.
 
Ed a noi tutti, i gialli pistilli di Centaury sembrano voler ricordare che noi valiamo grazie alla scintilla divina che ci abita, alla quale, noi per primi, siamo debitori di riconoscimento e amore. Solo dopo aver imparato questa lezione potremo  trovare nutrimento nel renderci disponibili agli altri, riconoscendo e rispettando il nostro confine personale.

Marina Piancastelli-Naturopata

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